Oggetto 6678 – Interrogazione a risposta immediata in Aula circa l’avvio del progetto sperimentale di Smart Working presso la Regione Emilia-Romagna.
Presidente, Colleghi!
Maggiore efficienza e flessibilità nel lavoro dei dipendenti regionali, anche se svolto dal divano di casa o dal lettino sulla spiaggia.
Queste in sintesi le finalità dello Smart Working.
Sembra che stia scherzando, ma così non è, l’atto infatti prevede che lo Smart Worker sarà libero di individuare uno o più luoghi di lavoro, in relazione alle sue necessità di conciliazione vita-lavoro. A tal fine dovranno essere utilizzati spazi di coworking, spazi chiusi privati (in primo luogo il proprio domicilio abituale, ma non esclusivamente) e, solo occasionalmente, spazi aperti… quindi mi vien da dire che se la necessità del dipendente dovesse essere quella di lavorare in spiaggia, nessuno potrà impedirgli di farlo.
Allo smart worker viene riconosciuto un orario pari a quello ordinario regionale, ma può beneficiare di un’ampia flessibilità basata su un rapporto consapevole e di fiducia tra le parti.
Agli smart worker, oltre al simpatico zainetto brandizzato, verranno dati in dotazione anche: un portatile ultraleggero con monitor da 13,3 pollici, cuffie stereofoniche ad alta definizione con microfono integrato, smartphone da 5,5” con 20gb/mese per traffico dati. In pratica il sogno di ogni teenager.
Infine è previsto che la presenza in servizio dello smart worker venga “controllata” esclusivamente tramite “la gestione dello stato”, quindi tramite la lucetta verde di Skype.
Solo pochi mesi fa la Giunta ha risposto a l’affaire “TAPIRO” con un regolamento sulla rilevazione delle presenze in servizio degno de “il Grande Fratello” di Orwell, e ora, per cento dipendenti, ci si affida ad un pallino verde a monitor. Mi sembra francamente un comportamento che rasenta la schizofrenia, politica, si intende!!!
Mettendo da parte un attimo le fin troppo ovvie battute, la Regione già possiede forme di conciliazione vita-lavoro, la principale è costituita dal Telelavoro che può essere concesso per particolari esigenze come ad esempio il sostegno del congedo parentale, la cura di genitori anziani o situazioni che rendono per un determinato periodo difficoltoso il percorso fino all’ufficio come ad esempio il periodo riabilitativo dopo un intervento, ecc…
Per accedere al Telelavoro vengono richiesti ben precisi standard dell’abitazione, a volte talmente rigidi da precluderne l’utilizzo, quindi sorge spontanea una domanda: perché non condurre una eventuale sperimentazione dello smart working proprio su questi dipendenti ???
Grazie.
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Replica dopo la risposta dell’Assessore
Nel dichiararmi non soddisfatto della risposta, ma molto soddisfatto del fatto che l’Assemblea non abbia aderito a questo tipo di sperimentazione, invito la Giunta a rivolgere la propria attenzione al problema degli autobus che nel mese di agosto vengono più che dimezzati mentre i dipendenti poco “smart” e molto normali di questo Ente continuano a venire puntualmente al lavoro tutti i giorni.
Per le necessità di conciliazione vita-lavoro anche di questi dipendenti sfortunati, “non brandizzati” sarebbe infatti opportuno garantire un adeguato numero di corse dell’autobus quanto meno nelle fasce orarie di ingresso ed uscita dal lavoro.
Grazie
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