Sulla vicenda della madre con un bimbo in affidamento multata per non aver mantenuto il distanziamento sociale torna il consigliere di Fratelli d’Italia Giancarlo Tagliaferri il quale, in una interrogazione alla Giunta, entra nel dettaglio e ricorda come la donna, “una giovane madre single alla quale hanno tolto il figlio a causa delle difficoltà economiche in cui momentaneamente versava”, a causa del lock down sanitario imposto non ha potuto vedere il bambino per circa quattro mesi avendo con lui solo rapporti telefonici.
“Il 2 giugno 2020, in un incontro protetto presso una cooperativa e alla presenza dei servizi sociali – scrive ancora Tagliaferri – ha potuto finalmente rivederlo. Il piccolo è corso ad abbracciare la madre che non ha potuto e non ha voluto rifiutarsi di stringerlo a sé. I servizi sociali hanno immediatamente allertato i carabinieri che si sono recati sul posto e hanno multato la mamma (per non aver rispettato il distanziamento sociale), su insistenza dei presenti”.
Il Consigliere di Fratelli d’Italia rivolge poi l’attenzione alla figura della madre la quale -secondo quanto riportato dalla Fondazione Time 4life che si occupa di bambini in condizione di povertà sociale ed economica, “avrebbe soltanto chiesto aiuto ai servizi sociali perché non riusciva a conciliare la cura del bambino con i turni di lavoro. Sulla base di una presunzione di inadeguatezza, il bambino le è stato tolto”. Stante la situazione, la donna, che non ha problemi di dipendenze o precedenti penali, non sarebbe mai venuta meno alla sua figura di genitore ma avrebbe subìto un inasprimento delle condizioni di affido quando – conclude Tagliaferri – “a causa di ferie obbligate dall’azienda, ha deciso di svolgere una brevissima vacanza infrasettimanale di 5 giorni (dal lunedì al venerdì), con un’amica per rilassarsi”.
Alla luce della ricostruzione puntuale, Tagliaferri chiede alla Giunta se sia a conoscenza di tutti i dettagli della vicenda, se non intenda attivarsi “per stabilire ulteriori modalità di svolgimento degli incontri genitori-figli, in spazio neutro, nelle strutture residenziali, nelle case famiglia, che tenga conto sia della prevenzione del contagio, ma anche dei diritti costituzionalmente garantiti a genitori e figli e se non intenda promuovere iniziative ispettive in relazione all’operato degli uffici giudiziari di Reggio Emilia che si sono occupati del caso”.