“Le politiche della Regione in materia ambientale e di contrasto al dissesto idrogeologico si sono dimostrate tutte sbagliate: ogni volta che piove gli argini dei nostri fiumi diventano colabrodo, ogni volta che nevica le nostre montagne ruzzolano a valle. E questo perché la Regione ha abbandonato il territorio: i piccoli paesi si spopolano perché viverci è diventato infernale, e così nessuno si occupa più della manutenzione del territorio. Lo stesso discorso può valere per l’agricoltura: solo grandi aziende che non hanno certo nel loro core business la cura dei fossi e degli alvei dei fiumi”. Così, nel corso del dibattito in Assemblea legislativa sulle esondazioni nel modenese, Giancarlo Tagliaferri (Fdi) ha bocciato la Regione e chiesto di invertire la rotta. “L’altra sera ascoltavo un Tg regionale: se ho ben capito tra le cause dei cedimenti degli argini di questi giorni ci potrebbero essere anche le tane degli istrici. Peccato, così almeno mi pare di aver capito dalla tv dove parlavano i soliti esperti, che gli istrici non si possano cacciare, ma solo catturare e spostare altrove.
Sembra la storia di un’altra alluvione qualche anno fa a Piacenza: quella in cui la colpa era delle nutrie: o gli istrici non c’entrano nulla e lasciamoli in pace, o – attacca Tagliaferri – se il loro “scavare lungo gli argini dei fiumi per fare una tana” ha dei collegamenti con i disastri di questi giorni allora si doveva per tempo intervenire per permettere la caccia di selezione agli istrici. Ed ora eccoci qui: la nostra terra si sta sgretolando e la litania di numeri sgranati a mo’ di rosario in questi giorni dalla Giunta e dalla maggioranza non fanno che aggravare la vostra situazione di responsabili della disastrosa situazione del nostro territorio. Serve un cambio di passo: basta slogan e favolette. I prossimi tre mesi devono servire per individuare tutti gli interventi di prevenzione di cura del nostro territorio e i successivi tre mesi per realizzarli. Abbiamo sei mesi di tempo per salvare l’Emilia-Romagna. Faccio una proposta: mettiamo un bell’orologio bello grande che segni la scansione di queste date. Sono pronto a contribuire di tasca mia per vederlo in azione in modo che ogni giorno i responsabili dell’ambiente capiscano che devono sgobbare notte e giorno per recuperare gli anni persi. Così come al capitolo “velocità” dobbiamo iscrivere l’impegno di questa amministrazione per aiutare chi ha subito gravi danni in questa alluvione. Abbiamo visto case e aziende allagate: persone che si sono rimboccate le maniche per pulire e ricominciare. Il tutto nel periodo più drammatico della nostra storia repubblicana, con il Coronavirus che ha messo in ginocchio famiglie e aziende. Su questo tema sarò sintetico perché non voglio fare della retorica sulla pelle di chi soffre: ristori subito, ristori in fretta e tutti i ristori che servono”.