Elezioni Regionali 2024

Ho basato la mia campagna elettorale sulla presenza in mezzo alle persone: nelle piazze, nei mercati, nei bar e nei centri commerciali.

In lungo e in largo per la provincia, in ogni comune e frazione, per incontrare tanti cittadini che alla fine hanno deciso di riaccordarmi l’onore di rappresentare la provincia di Piacenza in regione Emilia Romagna.
Con la promessa di continuare a combattere per gli interessi dei piacentini rivolgo a tutti gli elettori i miei più sentiti ringraziamenti,

7539 Grazie! 

In Regione TAGLIA!

Alle regioni sono affidati svariati temi particolarmente delicati e rilevanti (su tutti quelli della sanità e della difesa del territorio soprattutto dal rischio idrogeologico) e su molti altri l’Ente regionale è chiamato a lavorare in stretto accordo con il governo centrale (possibilmente senza giochi di appartenenza di partito) per il bene dei propri cittadini.

Il falso ambientalismo di sinistra si limita a slogan e manifestazioni, trascurando totalmente l’urgenza di affrontare la crisi climatica con misure concrete e pragmatiche. Le politiche che ignorano il dialogo con il settore industriale e le esigenze economiche non possono portare a risultati efficaci. È fondamentale adottare approcci realistici che combinino innovazione tecnologica e sostenibilità, senza cadere in ideologie estreme. La transizione ecologica deve essere guidata da dati scientifici e da un piano chiaro, che coinvolga tutte le parti interessate, per garantire un futuro veramente sostenibile. Solo così possiamo affrontare le sfide ambientali in modo serio e responsabile. Se anche tu ricordi la filastrocca secondo cui “l’operazione è andata benissimo ma il paziente è morto” e pensi che si adatti molto bene a questo tema, TAGLIA!

Due alluvioni a distanza di un anno e mezzo in Romagna. Nel 2015 la tragica piena del Nure nel nostro territorio. Due alluvioni (nel 2014 e nel 2020) nel modenese. Per non parlare delle decine e decine di segnalazioni di smottamenti, frane, cedimenti di argini e allagamenti dopo ogni singola pioggia, anche di lieve entità. Basta nascondersi dietro l’emergenza dei cambiamenti climatici per giustificare anni di omessa manutenzione e pulizia dei corsi d’acqua, attività sacrificate sull’altare dell’ambientalismo più radicale tanto caro alla sinistra. Si badi bene: non è un tema solo dell’appennino; lo sanno bene i piacentini di Roncaglia cosa significa per la città non avere corsi d’acqua ben tenuti a monte. Il mutamento del clima è oggi una evidente ed innegabile realtà; serve quindi impegno e volontà da parte della Regione per attuare un serio programma di pulizia straordinaria dei corsi d’acqua e un rinforzo delle sponde dei fiumi per mettere in sicurezza il territorio, vista anche la sua intrinseca fragilità. Se anche tu sei stanco di temere il peggio ogni volta che cadono due gocce di pioggia, TAGLIA!

In questi anni ho ricevuto tantissime segnalazioni da parte di cittadini ed amministratori locali, soprattutto dei comuni del nostro appennino, in merito ai continui disservizi della telefonia mobile. Le criticità riguardano 22 comuni su 46, circa la metà del totale della provincia. Bonaccini e i suoi assessori, nel corso degli anni, più di una volta si sono gonfiati il petto per il ruolo che in teoria avrebbe dovuto avere Lepida nella gestione di alcuni tralicci e infrastrutture per poi metterle a disposizione dei gestori di servizi telefonici, ma la realtà ci parla di una società (Lepida) partecipata interamente dalla regione, dove hanno trovato riparo amici vicini e lontani, ma assolutamente incapace di assicurare i servizi tecnologici di base ai nostri territori più bisognosi. Oltre a questo, Lepida è balzata più volte agli onori delle cronache per aver collezionato figuracce e “buchi” informatici a tutto spiano. È ora che si effettui una profonda riflessione su questa società per capire dove intervenire e per garantire un livello accettabile di servizi a tutti i nostri territori, installando anche nuovi ripetitori dove serve. Nessun territorio può permettersi di restare indietro. Se anche tu sei stanco di restare in silenzio, TAGLIA!

Sul nuovo ospedale la sinistra locale, con la complicità di quella regionale, sta prendendo in giro i cittadini. Da evidenziare l’inversione “a U” del Partito Democratico che, nel crac più totale della sanità regionale, nel 2019 aveva siglato un protocollo d’intenti per la realizzazione di un nosocomio interamente basato su risorse pubbliche. Oggi scopriamo che occorre un partenariato pubblico-privato. Inizialmente, il nuovo ospedale avrebbe dovuto essere una struttura all’avanguardia con pista da elisoccorso e innovativi elementi di attenzione per l’utenza e per il personale sanitario. Peccato che nel frattempo l’amministrazione di sinistra della città di Piacenza abbia voluto designare inspiegabilmente un’altra area rispetto a quanto previsto. Il cambio di area imposto, a scapito dell’iter già intrapreso in modo proficuo dalla precedente giunta di centrodestra, ha comportato una notevole perdita di tempo. Peraltro, l’iter di acquisizione dell’Area 5 sembra bloccato, a causa della precisa volontà dell’amministrazione di cancellare quanto realizzato dal centrodestra nei cinque anni precedenti. Non a caso, nella sua conferenza stampa di addio, l’ex presidente Bonaccini ha espresso la speranza – e non la certezza – che il suo successore tagli il nastro. I fatti parlano chiaro e raccontano di un centrosinistra che considera le aspirazioni di sanità dei piacentini meno importanti rispetto alle analoghe aspettative degli altri emiliano-romagnoli. Se anche tu sei stanco delle innumerevoli bugie della sinistra ed auspichi una sanità piacentina al passo con i tempi, TAGLIA!

Le liste d’attesa della sanità emiliano-romagnola sono un problema sempre più gravoso che pende sulla testa di tutti noi cittadini di questa regione e a cui la sinistra non sa come porre rimedio. Questa è la vera eredità del fuggiasco Bonaccini, il quale dopo averci raccontato che non vi è alcun problema e la sanità regionale naviga a gonfie vele, ha scelto di evitare ogni addebito sulle sue evidenti responsabilità politiche fuggendo in Europa. La direzione per il futuro deve essere molto chiara all’insegna del radicale cambiamento rispetto al passato, partendo dalla buona gestione dei soldi che il governo Meloni ha stanziato. Se anche tu vuoi abbattere le liste d’attesa, TAGLIA!

Il caos nei pronto soccorso è sintomo di una gestione inadeguata da parte della sinistra, che ha trascurato le reali esigenze dei cittadini. Le lunghe attese e la scarsa disponibilità di personale rendono i servizi inefficaci e frustranti e la risposta non sono certo i famosi CAU. È quindi fondamentale intervenire con urgenza, adottando misure concrete e una visione strategica per ripristinare la qualità dei servizi sanitari. Occorrono chiari e decisi investimenti in risorse umane, strutture adeguate e tecnologie all’avanguardia. Tre passaggi essenziali per garantire che i pronto soccorso (e la sanità in generale) funzionino come dovrebbero. Solo così potremo restituire ai cittadini la salute e la sicurezza che meritano. Se anche tu pretendi una sanità degna di questo nome, TAGLIA!

La sinistra ha completamente ignorato la gestione del decoro urbano e anche grazie a ciò nasce il problema del degrado. Lo stato di trascuratezza di intere zone delle nostre città è evidente e queste zone diventano rifugio per criminalità e balordi di ogni tipo. La bellezza dei nostri territori è fondamentale, poiché rappresenta la prima impressione che i passanti ricevono. Strade sporche, edifici fatiscenti e spazi pubblici abbandonati non solo compromettono l’estetica, ma influiscono pesantemente sulla qualità della vita. È urgente sviluppare un piano ad hoc per il decoro urbano, che integri manutenzione, design e partecipazione della comunità. Solo così potremo restituire dignità e bellezza ai nostri spazi, rendendoli accoglienti e vivibili. Se anche tu vuoi dire basta al degrado, TAGLIA!

Il buon operato in materia di politica estera del nostro Presidente Meloni ha portato ad un calo drastico degli sbarchi di immigrati clandestini nel nostro paese, ora è necessario garantire un’amministrazione regionale che collabori CONCRETAMENTE E FATTIVAMENTE con il governo per il raggiungimento degli obiettivi comuni in materia di immigrazione. È quindi ora di farla finita con il business dell’accoglienza gestito dalle cooperative rosse (vedi il punto sul comunismo), il quale ha costi sia economici che sociali ingenti. È ora che l’Emilia-Romagna si adegui agli standard europei, dove l’immigrato regolare viene accolto dopo avergli fornito gli strumenti valoriali di base per potersi inserire nella nostra società (e non vice versa!). Se anche tu vuoi una regione più sicura, TAGLIA!

No, non è ideologia spicciola, ma semplice realtà storica da cui nasce l’esigenza di cambiamento. Dal 1970 ad oggi la nostra regione ha visto succedersi solo ed unicamente governi comunisti e di sinistra radicale, che hanno fatto del clientelismo il loro marchio di fabbrica e della menzogna e dell’arroganza le loro armi politiche. L’attuale “campo largo” sciorinato da Schlein, Bonaccini e De Pascale non fa alcuna differenza rispetto al passato, anzi, rappresenta lo sdoganamento definitivo di quella ultra-sinistra che inneggia all’occupazione delle case, all’anarchia più totale, alla teoria gender fin nelle scuole elementari e alla cancellazione di ogni traccia della nostra cultura. La sinistra si è contraddistinta per malagestione e ipocrisia, ma non ha mancato in nessun momento di ricordarci, con saccenza, finta bonarietà e molto più spesso con vere e proprie minacce, come pensare, educare i figli, mangiare, lavorare e persino interagire con l’ambiente. Se anche tu sei stanco della rossa menzogna, TAGLIA!