Intervento su iscrizione anagrafica di figli di coppie dello stesso sesso

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Oggetto 6536 – Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a sostenere i Comuni nelle operazioni connesse all’iscrizione all’anagrafe di bambini e bambine figli di coppie omogenitoriali di madri o di padri.

Presidente, Colleghi!

Non si può trattare questo tema senza affrontarlo nella sua complessità che certamente termina con la ricerca di una trascrizione anagrafica per dare ufficialmente dei genitori ad un povero bambino che altrimenti resterebbe orfano, ma inizia altrove, in un paese straniero, dove l’egoismo di qualche radical chic nostrano ha voluto fare di quel bambino una merce, un orfano ancora prima di venire al mondo, per soddisfare una voglia di “genitorialità” contro natura.

La cantilena che da mesi ci sentiamo incessantemente ripetere è che l’attuale assetto del diritto di famiglia debba tenere conto cosa sta accadendo in materia di riconoscimento della genitorialità.

In particolare, proprio come sollevato da questa risoluzione, ai fini dell’iscrizione dei registri dello stato civile di bambini concepiti all’estero da parte di coppie dello stesso sesso.

Ebbene, a quanti si stracciano le vesti in tal senso voglio ricordare che coppie dello stesso sesso non possono concepire un figlio, tanto in Italia, quanto all’estero. Quindi, per correttezza di termini, non è di “concepimento” che si tratta, ma di “acquisto”.

Infatti, senza voler fare falsi moralismi, è sempre bene ricordare perché queste pratiche sono illegali nel nostro paese.

Vediamo come funziona!

In primo luogo, queste coppie, cercano una donna che partorisca per loro un figlio e per farlo contattano un’agenzia che offre loro cataloghi di portatrici disponibili fra cui scegliere.

Si firma un vero e proprio contratto che definisce le condizioni per la consegna del bambino, il prezzo, le spese legali, i trattamenti sanitari e le spese per la madre portatrice.

Si prelevano quindi il seme e l’ovulo dai cosiddetti “genitori d’intenzione”, nel caso si tratti di due uomini, due donne o singoli il seme e gli ovuli mancanti sono comprati da estranei, spesso, anche in questo caso, scelti a catalogo.

Ovuli e spermatozoi sono poi fecondati in vitro ed impiantati nella madre surrogante. Questa pratica può causare gravi conseguenze per la salute delle donne e dei bambini concepiti come danni da iperstimolazione ovarica, tumori al seno ed emorragie post-parto, nascita prematura e trauma da separazione. In alcuni casi la morte della donna o del bambino.

Se il bambino non è conforme alle pretese dei committenti si chiede alla madre di abortire e lei non si può rifiutare. Dopo il parto la mamma deve abbandonare il neonato che ha portato in sé e consegnarlo ai committenti che l’hanno ordinato e pagato.

Visto che nessun paese permette la compravendita di esseri umani, perché questa pratica dovrebbe essere legale?

L’utero in affitto è mercificazione genetica di gameti maschili e femminili allo scopo di produrre bambini come se fossero oggetti.

L’utero in affitto è un contratto commerciale tramite il quale, con una spesa che va dai 40 ai 150 mila euro, diviene possibile comprare un figlio.

L’utero in affitto sfrutta il corpo di una donna per questo scopo e comporta l’abbandono del figlio da parte della mamma che lo ha tenuto e nutrito nel grembo per nove mesi.

Le donne più bisognose diventano gestanti per necessità che affittano il loro utero per soddisfare il capriccio di persone ricche.

È la peggior degenerazione del capitalismo mondialista, il simbolo della vittoria del denaro sull’uomo e sulla natura.

Questa, e non altra, è la ragione per la quale questa pratica è contraria al nostro ordinamento.

Veder proporre come normalità una tale aberrazione, che a mio avviso dovrebbe essere riconosciuta come crimine contro l’umanità, mi fa veramente capire la distanza che c’è fra noi.

A quanti si ostinano a dire che in politica tutti sono uguali, che il relativismo è un valore assoluto, debbo rispondere che per noi esistono valori e scelte non negoziabili. Gameti in vendita ed utero in affitto non esisteranno come pratica nella nostra Nazione, sono e rimarranno reati! Difenderemo in ogni sede immaginabile il diritto del bambino di avere una mamma ed un papà.

La vita, la famiglia, la Patria non sono parole d’ordine, vuota retorica, ma un confine invalicabile. Una barriera oltre la quale l’egoismo del relativismo modernista non può spingersi.

Di gravidanza e di parto si può morire e si muore. Il corpo della madre ne porta i segni per sempre anche quando tutto è andato bene. Anche nei parti più normali e fisiologici sia madre che figlio ne escono dolenti e stremati.

L’abbraccio, l’odore della pelle, provoca in entrambi una sensazione di piacere mediata dalle endorfine. Questa scarica di endorfine è enorme nel neonato e ulteriormente aumentata da quelle contenute nel latte materno.

È questa lunghissima vicinanza, basata sul dolore dell’allontanamento e sulla gioia della vicinanza tra madre e figlio, il fatto che il piccolo non sia sbattuto a cavarsela da solo dopo pochi anni, che permette il processo educativo, il fatto che ogni generazione trasmetta il proprio sapere alla successiva che non riparte più da zero.

Il processo educativo è la base della civiltà umana. Dove non c’è madre che possa consolare, il dolore resta non consolato, una ferita aperta. Quello che succede negli orfani. Essere separati dalla madre è una ferita primaria.

Nella gravidanza, il periodo in cui il feto e la madre condividono i neurotrasmettitori determina tutto l’adattamento epigenetico, l’adattamento che permette la sopravvivenza della specie. Se la mamma ha sofferto la fame durante la gravidanza, il bambino avrà una forte tendenza a ingrassare (dove non c’è roba, meglio metterla da parte), e a non essere troppo alto (dove c’è poco, meglio non sprecare). Se la madre ha vissuto in condizione di stress alto, bombardamenti, violenza, il bambino tenderà ad essere estremamente ansioso e più facilmente aggressivo.

Quando il legame con la madre è spezzato il bambino per tutta la vita esprime ormoni da stress, sempre, anche quando sembra tranquillo e moltiplica il rischio di sviluppare una depressione grave, oppure una malattia fisica. Stesso discorso per la madre. Chiunque lo spezzi volutamente questo legame commette a mio parere un crimine.

Nell’onnipresente figura dell’orfano, personaggio chiave di tutta la letteratura fantastica c’è questo dolore assoluto.

Capitani di industria e fondatori di imperi sono usciti da orfanotrofi, ma la ferita esiste.

Esistono bambini senza madre, morta di parto, esistono bambini che non conoscono il nome del padre, e questi bambini lo superano, ma lo superano nel dolore.

Affermare che non è importante per un bambino avere padre e madre e che siano i suoi perché ci sono bambini che non li hanno e se la cavano, ha lo stesso senso che affermare che non è importante avere le gambe perché ci sono bellissime persone che ne fanno a meno e vincono anche le olimpiadi.

Far nascere un bambino orfano di padre, figlio di donatore anonimo, con metà del suo senso di identità spazzato via è un crimine paragonabile all’amputazione di una gamba, tanto se la cava lo stesso. La perdita della madre, della donna che ha portato la gestazione, è una catastrofe tale che per tutta la vita restano alti gli ormoni da stress, è come amputare le gambe per il gusto di amputarle, tanto poi ci sono le protesi.

Se non siete in grado di concepire o di portare una gravidanza, non usate il corpo di una donna povera, ma accettate che non è vostro destino essere madri biologiche. Altrettanto scegliete di diventare genitori affidatari o di adottare un bambino, in questo caso sì porterete luce nel buio e ordine nel caos.

Se volete diventare madre, ma non siete in grado di accettare e amare il corpo di un uomo, allora lasciate perdere: non avrete la capacità di amare il corpo maschile di un figlio maschio e di far capire a una figlia femmina il valore della femminilità. Se volete diventare padri, ma il corpo di una donna non vi affascina, non siete in grado di diventare padri.

Prendete atto della cosa e magari diventare genitori a distanza di un bambino e di una mamma poveri, anche una piccola distanza, così che questo bambino vi conosca, che possiate essere suoi zii, che possiate vederlo crescere ed essere fieri dei suoi successi.

Avviandomi alla conclusione, non avrei mai pensato di condividere una dichiarazione rilasciata da un comunista dichiarato come Marco Rizzo, ma condividendola profondamente la cito «Già l’idea di “comprarsi” un bimbo, per giunta sottraendolo alla donna che lo porta in grembo per nove mesi, mi sembra una follia. Ma la questione è ancora più grave se si pensa che alcune coppie, persino, scelgono le caratteristiche fisiche del bambino: il colore degli occhi, dei capelli, l’altezza… Così si arriva all’eugenetica, alle teorie del dottor Mengele. Trovo tutto ciò abominevole prima ancora che una forma di sfruttamento del ricco sul povero».

Non sorprenda questo. Rizzo, proprio come noi è fermo nelle sue convinzioni, nella sua visione dell’uomo, ed evidentemente non è stato travolto dal “vuoto” che ha caratterizzato in questa fase post-ideologica certa sinistra nostrana che ha rinnegato se stessa per adottate parole d’ordine e modelli che vengono da oltre oceano, prima fra tutte l’affermazione del relativismo quale valore assoluto.

Ritengo che sia ora di sfatare un mito, gli Lgbt non sono altro che una lobby, ricca, potente e alla moda.

Una lobby che nel senso anglosassone del termine fa lobbying, quindi cerca di influenzare dall’esterno le istituzioni investendo per promuovere, ed arrivare ad imporre, un interesse specifico rispetto a quello generale.

Io sono convinto che tanto la politica quanto gli amministratori locali dovrebbero essere al servizio del bene comune e non certo di interessi particolari. Francamente ritengo che il problema delle adozioni gay sia l’ultimo tra i problemi degli italiani e ritengo che gli elettori lo abbiano ben sottolineato con il voto dato alle ultime elezioni politiche.

Grazie

Tag: 6536, gestazione per altri, iscrizione anagrafica, LGBT, utero in affitto