SVENTATO UN “FURTO CON DESTREZZA” DELLA REGIONE AI DANNI DEI CITTADINI.

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La determinazione del costo di costruzione è sicuramente una materia tecnica e complessa da spiegare, che però influisce molto pesantemente sulle tasche dei cittadini.
Infatti, trattandosi di una spesa che deve sostenere
chiunque intenda costruire un nuovo immobile o lo voglia ristrutturare, finisce per essere scaricato su chi poi l’immobile lo acquista.
In un momento storico nel quale il mercato immobiliare è stagnante, e senza che in campo nazionale nessuno abbia aggiornato questa norma, la Giunta della Regione Emilia- Romagna ha di propria iniziativa deciso di riformare i parametri che stanno alla base del calcolo rendendo di
fatto molto più onerosa questa spesa.
Fratelli d’Italia ha osteggiato questa norma fin dal luglio scorso, quando cioè è stata approvata dalla Giunta, coinvolgendo nella battaglia l’intero centrodestra.
Dopo un lungo esame in Commissione, nel corso del
quale sono emerse anche le perplessità delle forze produttive, questa settimana il provvedimento è approdato in Assemblea.
La trattazione si era aperta con una “pregiudiziale”
presentata dal consigliere Giancarlo Tagliaferri (FdI) a nome di tutto il centro-destra, ovvero con l’illustrazione delle ragioni giuridiche per le quali si ritiene che l’atto non possa essere sottoposto all’Aula.
In quel contesto Tagliaferri ha spiegato come il
centrodestra ritenesse illegittimo abbandonare il metodo di calcolo vigente ed utilizzato dalle altre Regioni, per poi inventarsene uno valido per la sola Emilia-Romagna.
Se, infatti, il legislatore nazionale ha emanato un Testo unico in materia edilizia (D.lgs. 380/2001) lo ha fatto per dare un minimo comune denominatore su tutto il territorio nazionale, consentendo poi adeguamenti locali.
La maggioranza, del tutto impreparata ad affrontare la pregiudiziale, ha liquidato la questione affermando che si affidava alle valutazioni fatte dalla Giunta sulla correttezza del testo.
La discussione sul provvedimento nel parlamentino
regionale è stata sospesa alla chiusura della seduta di martedì per riprendere nella giornata di ieri dove, grazie all’ostruzionismo messo in campo dall’intero centrodestra l’esame del documento è stato rinviato ad una prossima seduta.
Secondo la riforma impostata dalla Regione il Costo di costruzione, verrebbe sostanzialmente parametrato alle stime rilevate dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare gestito dall’Agenzia delle Entrate che è organizzato sulla base di zone censuarie non adeguate a questo compito e con un evidente lievitazione dell’onere da versare al
Comune.
Con riferimento al Comune di Piacenza, ristrutturare un appartamento in Via Roma costerà altrettanto che farlo in Via XX Settembre, e comunque avrà un costo superiore rispetto a farlo in Via Veneto.
Se per il Comune di Piacenza il valore medio è di 818€ (l’attuale è di circa 678€), il valore medio entro le mura sale a 1.270€.
Già oggi abbiamo un valore del costo di costruzione più alto del 50% rispetto al valore base utilizzato nella vicina Lombardia, se questa norma dovesse essere approvata così com’è rischierebbe di essere più del doppio.
L’augurio è che il tempo intercorrente fino al prossimo consiglio porti il Partito Democratico a decidere di abbandonare questa strada che inevitabilmente condurrebbe a forti aumenti delle spese per le aziende e per chi intende comprar casa nella nostra città.

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