Il Natale è festività cattolica di precetto, come tale riconosciuta dallo Stato anche agli effetti civili sin dal tempo dell’Unità d’Italia (Decreto 17 ottobre 1860. n. 5342) e, in tempi più recenti, dalla legge 27 maggio 1949 n. 260. Lo Stato laico riconosce, dunque, la festività cattolica del Natale come sua festa civile. E come per altre feste civili – dunque – l’istituzione scolastica non può limitarsi a considerare il Natale un giorno di astensione dalle lezioni, ma dovrebbe spiegarne il significato e i motivi per i quali si celebra. Il riconoscimento, da parte dello Stato, del Natale come sua festa civile, spazza via tutte le chiacchiere, sulla “scuola laica” che non dovrebbe parlare del Natale cristiano o della Pasqua per non urtare altrui sensibilità.
Compete dunque proprio ai docenti spiegare il Natale ai cittadini di domani e, a maggior ragione, a quelli immigrati e/o di altre religioni, per capire le nostre tradizioni, la nostra cultura in cui si computano gli anni a partire dalla nascita di Gesù.
Proprio uno dei padri della cultura laica, Benedetto Croce, nel saggio del 1942 ’Perché non possiamo non dirci cristiani’ spiegava: «Il Cristianesimo è stato la più grande rivoluzione che l’umanità abbia mai compiuta. Tutte le altre rivoluzioni, tutte le maggiori scoperte che segnano epoche nella storia umana, non sostengono il suo confronto, parendo rispetto a lei particolari e limitate. E le rivoluzioni e le scoperte che seguirono nei tempi moderni non si possono pensare senza la rivoluzione cristiana perché l’impulso originario fu e perdura il suo».
Una scelta che vuole essere inclusiva anche per ragazzi che vengono da altre realtà, usi, costumi e credi differenti. Privare i nostri giovani dell’atmosfera e della ‘magia’ del Natale non significa mostrare sensibilità verso altri, significa privarli di una eccezionale occasione per conoscere e capire la nostra storia, filosofia, cultura, significa perdere una eccezionale occasione di integrazione culturale e sociale, nel rispetto di tutti.
Per tali motivi, nel pieno rispetto dell’autonomia scolastica, Elena Chiorino, assessore alla Scuola di Fratelli d’Italia della regione Piemonte, ha lanciato un appello ai presidi: “Fate fare il presepe, albero e recite di Natale ai vostri alunni”. Il consigliere del partito di Giorgia Meloni, in una interrogazione, ha chiesto alla Giunta di rivolgere lo stesso appello ai presidi scolastici emiliano-romagnoli.