Conto in banca? Con la Finanziaria giallo-rossa il sindaco te lo può pignorare

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La manovra finanziaria rischia di introdurre un nuovo provvedimento liberticida nella nostra legislazione. Dopo il carcere per gli evasori, e il via libera a intercettazioni a tappeto su tutti i cittadini sospettati di irregolarità fiscali, ora arriva il pignoramento facile.

L’articolo 96 della legge di Bilancio prevede che i Comuni e le Province possano pignorare i conti correnti, gli stipendi, o possano procedere con il fermo dell’auto, in caso di mancato pagamento dei tributi locali da parte dei contribuenti.

Tale misura finalizzata a combattere l’evasione fiscale conseguente al mancato pagamento della tassazione locale sarebbe stata inserita nella legge di bilancio: in sostanza da gennaio, per recuperare i tributi locali non pagati, come l’Imu o la Tari, gli Enti locali avranno la possibilità di bloccare direttamente la stessa cifra dal conto corrente.

In pratica si salta il passaggio intermedio della cartella esattoriale.

In un primo momento era circolata la notizia che i Comuni potessero recuperare in modo diretto non solo le tasse locali, ma anche le multe. Ma la notizia è stata smentita poco fa. A quanto si apprende i Comuni e le Province potranno riscuotere le imposte locali e le entrate patrimoniali non pagate con le stesse regole dell’Agenzia per la riscossione nazionale.

Stando a quanto si legge nella nota studi del Senato, questa norma, contenuta nella manovra, escluderebbe le multe stradali. In sostanza sarà possibile per i Comuni, che avranno accesso ai dati dell’Anagrafe tributaria, procedere ad azioni esecutive come il pignoramento di parte del conto corrente, o dello stipendio, o procedere con il fermo dell’auto, già dopo la mancata risposta all’avviso di accertamento e all’intimazione di pagamento.

Come funziona il pignoramento dei conti correnti?

Secondo la norma il contribuente ha 60 giorni di tempo per fare ricorso, finiti i quali, l’atto del Comune diventa esecutivo, si può dunque procedere al pignoramento direttamente, senza passare dal tribunale. Si parte dal fermo amministrativo, all’ipoteca, fino al blocco parziale o totale del conto bancario. Se dopo il sollecito non si provvederà a regolarizzare la propria posizione avverrà il pignoramento: l’unico modo per evitarlo sarà pagare il dovuto entro pochi giorni, anche a rate, da un limite di 4 a un massimo di 72.

L’Ente locale non avrà la facoltà di prelevare automaticamente la somma, dovrà essere il contribuente a versarla, ma fino a quando non lo farà il conto corrente resterà bloccato.

Tutto questo nel momento nel quale il Governo cerca di imporre il blocco del contante! Cioè da un lato mi vuoi far pagare ogni cosa attraverso il conto corrente, dall’altra dai agli enti locali la possibilità di bloccarmi il conto corrente!

Certamente la tassazione locale va versata, ma non nascondiamoci che in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando c’è anche chi, pur non volendo evadere, decide di differire quei pagamenti perché non ha altra scelta.

Il paradosso sarà quello che una piccola azienda, magari in difficoltà per un ritardo nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione, si vedrà bloccare il conto corrente da quella stessa amministrazione per un ritardo nel pagamento della TARI. A questo punto dovrà dare precedenza al pagamento della Tari verso l’ente debitore piuttosto che pagare lo stipendio a i dipendenti. È inconcepibile!

Oppure chi è costretto a rimandare il pagamento dell’Imu perché non ha i soldi per tirare a fine mese, magari perché è un pensionato con la minima, si vedrà bloccare il conto su cui riceve la pensione!

Tale misura, se confermata, entrerà in vigore dal 1° gennaio 2020, permettendo quindi agli Enti locali il pignoramento veloce, ovvero quello eseguito senza necessità di ricorrere ad un procedimento giudiziario!

Questo Governo ci farà presto rimpiangere Equitalia!

Tag: economia, Enti locali, Equitalia, Imu, Sindaco, TARI, tasse