Tagliaferri (Fdi): Regione immersa in un silenzio tombale sull’economia esposta a uno tsunami di fallimenti e licenziamenti autunnali

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“Il Governo e la Regione facciano chiarezza sulla gestione del Coronavirus nella fase estiva e su cosa ci aspetta per l’autunno: le scuole riapriranno? L’Italia chiederà i fondi del Mes? Non si può andare avanti così: tutto e il contrario di tutto nel nome di un’emergenza che è colpa nostra e che serve a mettere il Paese davanti a scelte compiute e presentate come inevitabili, quando sono invece scelte politiche volute dalla maggioranza Pd-5Stelle”.

E’ dura la requisitoria che Giancarlo Tagliaferri, consigliere regionale di Fdi, rivolge a Palazzo Chigi e Viale Aldo Moro dopo il cortocircuito di Ferragosto.

“A cavallo di Ferragosto il martellamento televisivo sulla risalita dei contagi è stato ossessivo, a onor del vero la torsione allarmista dell’informazione radio-tv ha omesso di ricordare che il numero dei morti resta per fortuna bassissimo (negli ultimi tre giorni, rispettivamente 3,4 e ancora 4). Cifre irrisorie rispetto alla media di oltre 600 morti al giorno per infarto e problemi cardiologici, e agli oltre 500 per cancro:  puntualmente – spiega Tagliaferri – ieri pomeriggio si è tenuto un vertice tra governo e regioni, per vietare a queste ultime qualunque deroga futura rispetto al Dpcm governativo del 7 agosto scorso secondo cui devono restare «sospese le attività che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso».

Il consigliere regionale ricostruisce quanto avvenuto nelle ultime ore e ricorda come “il meeting in videoconferenza, iniziato alle 16.30, convocato dallo stesso Boccia con la partecipazione dei ministri Roberto Speranza e Stefano Patuanelli. ha visto tra gli altri in collegamento i governatori Stefano Bonaccini (Emilia Romagna). Luca Zaia (Veneto), Alberto Cirio (Piemonte), Donato Toma (Molise), Giovanni Toti (Liguria), Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia), Michele Emiliano (Puglia), Marco Marsilio (Abruzzo) e i vicepresidenti Gaetano Armao (Sicilia) e Fulvio Bonavitacola (Campania). E l’esito è stato quello previsto; non solo chiusura delle discoteche, ma un’ordinanza del ministro Speranza per imporre la mascherina dalle 18 alle 6 nei luoghi pubblici o a rischio di «assembramento»: inevitabile la protesta dei gestori, che parlano di un danno da 4 miliardi di euro, cifra corrispondente al fatturato annuo di questi esercizi secondo le stime del Silb (il sindacato italiano locali da ballo): «A oggi solo il 10% dei circa 3.500 locali ha riaperto ed è questo che crea problemi? Da domani si rischierà di più con l’abusivismo», ha dichiarato all’agenzia Ansa Gianni Indino, presidente del Silb Emilia-Romagna”.

“Per mesi – ricorda Tagliaferri – ci era stato detto che lo scenario più auspicabile dal punto di vista sanitario, per l’estate, sarebbe stato proprio quello con cui oggi facciamo i conti: numeri bassi e piccoli focolai da monitorare e gestire. Poi il governo ci ha messo del suo per complicare le cose con una gestione lassista degli sbarchi e dell’immigrazione. Eppure, nonostante tutto questo, i numeri non sono catastrofici. E allora perché tutto questo allarme? Il pensiero di molti è che il governo voglia tendere di nuovo la corda dell’emergenza per coprire il vero buco che si rischia, e cioè quello legato alla riapertura delle scuole il prossimo 14 settembre, tuttora avvolta nella nebbia sia per ciò che riguarda la disponibilità di aule e spazi, sia per la questione dei banchi, su cui inopinatamente il governo sembra orientato – a gara chiusa ad allungare i tempi di consegna, suscitando le proteste di molte imprese che avevano scelto di non partecipare: è chiaro ormai come il governo punti a un’exit strategy, a un rinvio della riapertura scolastica in nome della fantomatica seconda ondata del coronavirus”.

Poi l’affondo: “Resta da capire quale sia il nesso tra cifre del Covid ancora sotto controllo e questa strana urgenza di ricorrere al Fondo salvastati. In mezzo a mosse così sconcertanti, resta invece un silenzio tombale sull’economia, esposta a uno tsunami di fallimenti e licenziamenti autunnali”.

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