L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
- L’attività dei sei punti nascita emiliano romagnoli a rischio chiusura nel 2017 (Cento, Mirandola, Scandiano, Borgotaro, Castelnuovo ne’ Monti, Pavullo nel Frignano) ha visto epiloghi differenti per la metà dei nosocomi. Le attività legate al parto sono state sospese definitivamente nell’ottobre 2017, in applicazione dell’Accordo Stato-Regioni del 26 dicembre 2010 poi recepito dal decreto ministeriale del 2015, nei nosocomi appenninici di Borgotaro, Castelnuovo ne’ Monti e Pavullo nel Frignano. La richiesta di deroga presentata dall’allora Giunta Bonaccini ha ricevuto parere positivo da parte del Comitato Percorso Nascita nazionale per i nosocomi di Cento, Scandiano, e Mirandola Il Decreto Ministeriale 11/11/2015, che integra i compiti e la composizione del Comitato Percorso Nascita nazionale (CPNn), prevedeva infatti all’articolo 1, commi 1, 2 e 3 la possibilità che le Regioni o Province Autonome potessero presentare al Tavolo di Monitoraggio di cui al D.M. 29 luglio 2015 “eventuali richieste di mantenere in attività punti nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti annui e in condizioni orograficamente difficili (Decreto 70 2015) in deroga a quanto previsto dall’Accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010.” ‘Il CPNn doveva esprimere il proprio parere consultivo, entro novanta (90) giorni dalla richiesta avanzata dalle Regioni e Province autonome, fatta salva l’interruzione dei termini per richiesta di integrazione di elementi informativi alla Regione richiedente;
Considerato che
- Il CPNn ha considerato elemento irrinunciabile e prioritario la presenza di tutti gli standard operativi, tecnologici e di sicurezza relativi al 1 livello di assistenza ostetrica e pediatrico/neonatologica definiti nell’Accordo stesso, relativamente alla presenza in guardia attiva h24 di anestesista, ostetrica, ginecologo, pediatra oltre a tutti altri requisiti previsti ed in particolare i tempi di attivazione di sala operatoria per parti con TC urgente, i tempi di risposta per esami di laboratorio urgenti, gli esami radiologici e la disponibilità di emoderivati; Per la valutazione del potenziale del numero dei parti sono stati considerati tassi di natalità superiori di circa un punto rispetto a quelli reali; Tutti i sei nosocomi in oggetto registravano un numero di parti inferiore a 500, ritenuto il minimo affinché permanessero criteri di sicurezza sufficienti per la salute di madri e bambini;
Rilevato che
- Attualmente, in Emilia-Romagna ci sono 23 punti nascita, 9 dei quali muniti di terapia intensiva neonatale (Parma, Reggio Emilia, Modena, due a Bologna, Ferrara, Cesena, Rimini e Ravenna). L’emergenza Covid, tuttavia, ha costretto quattro punti nascita alla temporanea sospensione: si tratta dei presidi di Scandiano, Guastalla, Bentivoglio e Lugo di Ravenna; Risultano attualmente sospese le attività nei punti nascite di Castelnovo Monti, Porretta, Pavullo nel Frignano, Borgotaro;
- La popolazione chiede ormai da anni la riattivazione di questi servizi strategici per evitare notevoli spostamenti chilometrici e per tutelare la salute di gestanti e nascituri;
IMPEGNA la Giunta regionale
A destinare risorse per la riapertura dei punti nascite attualmente sospesi e il mantenimento dei servizi a pieno regime nei restanti nosocomi della Regione
Documento integrale:
n.1 https://wwwservizi.regione.emilia-romagna.it/oggetti/doc/XI/OGPG2022019511.pdf
n.2 https://wwwservizi.regione.emilia-romagna.it/oggetti/doc/XI/OGPG2022019513.pdf