Premesso che:
- Cicogni è un piccolo centro dell’Appennino piacentino alle pendici del monte Mosso, con la classificazione specifica che certifica il borgo a 700 metri;
- in questo paese di 70 residenti, ci sono famiglie che cercano di portare avanti la propria attività e hanno fatto una scelta di vita chiamata amore e sacrificio per l’Appennino. Eppure non possono contare sulla gratuità del nido, seppure risiedano regolarmente in Alta Val Tidone, ci lavorino e soprattutto ci paghino le tasse;
valutato che:
- la motivazione data dalla Regione è questa: chi risiede in Alta Val Tidone avrebbe diritto al nido gratuito, ma solo nelle strutture presenti in montagna, quindi a Gropparello, Bobbio, Travo, Ferriere, Vernasca. Il più vicino, da Cicogni, è Bobbio – 17 chilometri di curve e strada non facile per chi lavora e ha un bambino di un anno – ma qui c’è la lista d’attesa;
ritenuto che:
- andrebbe maggiormente riconosciuto l’impegno di chi vive e lavora in montagna consentendo il nido gratuito nel luogo più vicino a dove si abita, ad esempio nel caso di Cicogni a Pianello;
considerato che:
- anche in Alta Val Tidone, volendo, gli spazi ci sono, per iniziare a ragionare su un nido, può servire anche e soprattutto a socializzare, a crescere insieme;
tenuto conto che:
- molti residenti hanno fatto una scelta specifica scegliendo di vivere in montagna ma ogni giorno si perdono pezzi. Ad esempio prima il panettiere portava il pane qui. Poi è andato in pensione, meritatamente, e ora per andare a prendere il pane bisogna andare a Nibbiano;
- in questo modo le famiglie residenti si devono rivolgere a una baby sitter, finchè se lo possono permettere a livello economico poi si vedranno costrette ad abbandonare questi territori montani;
evidenziato che:
- il ragionamento fatto dalla Regione non regge. Sono stati investiti 70 milioni per dare il nido gratuito, ma chi risiede in montagna e non ce l’ha vicino se lo deve pagare. Queste risorse potevano finanziare nuovi nidi in Appennino o un modo per dare risposta alle liste d’attesa. Infatti gli iscritti al nido c’erano già comunque, evidentemente, a prescindere dalle rette;
interroga la Giunta per sapere:
- se sia al corrente della situazione sopra esposta e quale giudizio ne dia;
- se non ritenga di rivedere la normativa e dare la possibilità ai residenti di potere usufruire dell’asilo nido gratuito;
- se non ritenga sia il caso di trovare soluzioni, aprendo un tavolo di confronto con gli amministratori locali, per aiutare le famiglie a non abbandonare la montagna, perché ora i residenti che hanno fatto una scelta di vita andando a vivere in Appennino presa questa porta in faccia, continueranno a credere, giustamente, che la politica di questa Regione, crea problemi anziché risolverli e se ne torneranno in città.
Documento integrale: https://wwwservizi.regione.emilia-romagna.it/oggetti/doc/XI/OGPG2023022228.pdf