Tagliaferri(FdI): La Giunta spieghi quali sono stati i benefici dall’istituzione dei Centri di Assistenza Urgenza (CAU)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN AULA

Premesso che:

  • con DGR n. 1206 del 17 luglio 2023 recante “Linee di indirizzo alle Aziende Sanitarie per la Riorganizzazione della Rete dell’Emergenza-Urgenza in Emilia-Romagna” è stata attuata la prima fase del processo di riorganizzazione dell’emergenza-urgenza nella nostra Regione, anche con l’istituzione dei Centri di Assistenza Urgenza (CAU);
  • l’allegato 4 alla predetta deliberazione descrive l’organizzazione di dette strutture territoriali, afferenti organizzativamente all’assistenza primaria, che possono essere collocate all’interno di Case della Comunità, oppure presso le attuali sedi di PPI, presso gli Ospedali di prossimità sprovvisti di DEA di I e II livello e presso sedi di forme aggregative strutturate della medicina generale purché con standard organizzativi e professionali omogenei, solo a seguito della attuazione del piano organizzativo approvato dalla programmazione regionale e locale (CTSS);

 

considerato che: 

  • tra i CAU istituiti in seguito alla riforma dell’emergenza-urgenza regionale troviamo anche quello di Bobbio (PC), nell’appennino piacentino;
  • secondo l’Assessore Raffaele Donini “i Cau stanno diventando un punto di riferimento per i cittadini per le prestazioni urgenti di bassa criticità. La riorganizzazione dell’emergenza urgenza ha intercettato un bisogno delle nostre comunità e siamo certi che, grazie al lavoro dei professionisti impegnati nei Cau e nella Continuità assistenziale, i Cau diventeranno presto un luogo di cura sempre più in sintonia con i territori”
  • non tutti, però, la pensano come l’Assessore. Di segno contrario è l’opinione espressa (anche a mezzo stampa) da chi si occupa di assistenza sanitaria in Alta Valtrebbia, nonché dagli stessi abitanti della zona e dagli utenti della struttura; infatti, una nota pubblicata su noto quotidiano online della provincia di Piacenza riporta quanto segue: “il Cau ha tolto invece che aggiungere. Si è ristretta molto l’offerta sanitaria, ci sono delle incongruenze evidenti. Il Cau di Bobbio non può sostituire il punto di primo intervento dello stesso ospedale. I “ppi” erano un punto di stabilizzazione del paziente, gestivano anche patologie di “media portata”, mentre oggi il Cau interviene in situazioni tipiche della guardia medica e non effettua ricoveri, ma fa trasportare a Piacenza il paziente. Così l’ospedale del capoluogo riceve i pazienti del territorio. E spesso, dopo la diagnosi, li rimanda a Bobbio per un ricovero (…) il Cau non funziona benissimo, servono migliorie, per evitare ad esempio il via vai del paziente costretto a fare “Bobbio-Piacenza-Bobbio”, con un’attesa di diverse ore al pronto soccorso cittadino per la diagnosi”;
  • perplessità sono state avanzate anche dal Comitato Terme e Valtrebbia, secondo il quale – con riferimento all’istituzione dei Cau ed alla riforma dell’emergenza-urgenza voluta dalla Regione – “più che un investimento possiamo parlare di riordino di prestazioni e risorse già esistenti” che rischiano di peggiorare la copertura assistenziale per i residenti. Infatti “un medico di base, per garantire la sua presenza nei Cau, dovrà sottrarre ore di presenza negli ambulatori da lui gestiti in convenzione con Ausl (…) in alta val Trebbia ci sono 3 medici di base per tutta la popolazione: è una copertura precaria. Chiedere loro di ridurre la loro presenza negli ambulatori territoriali vuol dire scaricare sui cittadini altre difficoltà nell’accesso alle cure. Impensabile ridurre ulteriormente gli orari di accesso negli ambulatori dei medici di base, impensabile allungare le già lunghe liste di attesa per una visita”;
  • inoltre, è notizia di qualche giorno fa che un signore di 73 anni che si è rivolto al CAU di Bobbio in seguito ad una caduta è stato dirottato a Parma in quanto la struttura non poteva prendere in carico la sua situazione;

 

ritenuto che: 

  • la Riforma dell’emergenza-urgenza, voluta fortemente dall’Assessore alla Sanità Raffaele Donini, presenti serie problematiche, in particolare sulla gestione procedurale che rischia di diventare eccessivamente farraginosa, lunga e non particolarmente efficace nel dare risposte celeri ai pazienti, contrariamente a quanto la riforma vorrebbe garantire;
  • tali criticità emergono soprattutto con riferimento ai territori di montagna, dove è necessario presidiare i territori con strutture sanitarie in grado di dare risposte immediate ai pazienti che alle stesse si rivolgono in caso di necessità e che non siano il mero dirottamento verso l’ospedale cittadino;

 

interroga la Giunta per sapere:

  • quali siano, ad oggi, i vantaggi apportati dall’istituzione dei Cau sul territorio nella riforma dell’emergenza-urgenza;
  • se non ritiene che sia più utile investire su punti di primo intervento in grado di dare risposte immediate ai cittadini anche in casi di maggiore gravità;
  • se risultano essere stati trattati casi con problematiche specifiche e nella fattispecie quanti;
  • se risultano trasferimenti ad altri Ps o presidi ospedalieri e quanti.

 

Documento integrale: https://wwwservizi.regione.emilia-romagna.it/oggetti/doc/XI/OGPG2024005037.pdf

Tag: cau, sanità