Fiumi e torrenti dell’Emilia Romagna, Tagliaferri(FdI):”la giunta programmi la messa in sicurezza”

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Premesso che:

  • tra il 24 e il 25 giugno uu. ss. violente perturbazioni hanno colpito diversi territori della nostra Regione causando – come ormai di consueto – esondazioni, frane e dissesti;
  • in particolare, particolarmente colpito è stato il territorio piacentino, specie nelle valli Trebbia ed Arda. Nello specifico, il maltempo ha nuovamente colpito la zona di confine tra Travo e Perino, causando allagamenti diffusi e danni ingenti. Distrutta anche la strada per loc. Quattrocchio dove la Regione era già intervenuta con lavori specifici;
  • come si evince anche dalle notizie riportate sulla stampa locale, i residenti sono stati costretti ad un ennesimo sforzo per ripristinare la normalità. È la terza volta in poche settimane che la zona viene sommersa dalle acque, lasciando gli abitanti esasperati.;
  • il rischio esondazione dell’Arda, invece, ha preoccupato i residenti dell’omonima vallata nella giornata di martedì 25 giugno
  • molti torrenti e canali, specie nelle zone montane e collinari, sono tracimati invadendo le strade ed erodendo suolo agricolo. Tra questi il torrente Riglio che è esondato in loc. Viustino nel Comune di San Giorgio Piacentino;

considerato che:

  • il tema della pulizia dei fiumi e dei torrenti è già stato sollevato più volte dallo scrivente consigliere;
  • in particolare, con interrogazione a prot. n. 6947 del 07 giugno 2023, ho interrogato la Giunta Regionale per sapere se, anche a seguito dei tragici eventi del maggio 2023, intenda attivarsi al fine di avviare una strutturale opera di messa in sicurezza dei fiumi e/o torrenti insistenti sul territorio piacentino;
  • in risposta al sopra richiamato atto ispettivo, l’Assessore Irene Priolo ha dichiarato che “con riferimento alla manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua, come ho più volte rappresentato dopo gli eventi di maggio, credo che sia necessario svolgere un’attenta riflessione sul tema, anche alla luce del fatto che le modalità tradizionali di intervento, in un contesto in cui gli effetti del cambiamento climatico sono sempre più evidenti, appaiono non rispondere efficacemente a fronte di sollecitazioni pluviometriche dell’entità che abbiamo osservato in Romagna. Mi aspetto di ricevere prime indicazioni in tal senso dalla Commissione tecnico scientifica istituita nello scorso mese di luglio, ma, in ogni caso, evidenzio che la Regione in tutte le sue articolazioni e l’Autorità di bacino hanno già avviato le attività di approfondimento che ci consentiranno di valutare come indirizzare al meglio la necessaria convivenza con i fiumi del nostro territorio per il futuro”;
  • di tali indicazioni ancora non v’è traccia, come confermato nuovamente dall’Assessore Priolo in risposta alla mia ulteriore interrogazione n. 7581 del 2023 relativa ai danni occorsi ai territori piacentino e pamense tra ottobre e novembre 2023;
  • nella risposta alla medesima interrogazione, peraltro, l’Assessore Priolo declinava la competenza della Regione in materia di messa in sicurezza del territorio (e nello specifico la pulizia dell’alveo dei fiumi) scaricandola sullo Stato (e quindi sul Governo);

considerato altresì che:

  • la Regione (contrariamente a quanto riportato dall’Assessore) è Ente pubblico competente in materia idrica e di sicurezza idraulica; tale competenza è desunta e regolata dal combinato disposto delle disposizioni di seguito richiamate e letteralmente trascritte:
  • Art. 61, comma 1, lett. E ed H), D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 “Le regioni (…) provvedono, per la parte di propria competenza, all’organizzazione e al funzionamento del servizio di polizia idraulica ed a quelli per la gestione e la manutenzione delle opere e degli impianti e la conservazione dei beni (…) assumono ogni altra iniziativa ritenuta necessaria in materia di  conservazione e difesa del territorio, del suolo e del sottosuolo e  di  tutela ed uso delle acque nei bacini idrografici di competenza ed esercitano ogni altra funzione prevista dalla presente sezione.”;
  • Artt. 99 e ss. della Legge Regionale 21 aprile 1999, n. 3, “La Regione si dota, attraverso adeguati processi informativi e partecipativi, del Piano di azione ambientale per lo sviluppo sostenibile, in attuazione di quanto previsto dall’articolo 34, commi 4 e 5, del decreto legislativo n. 152 del 2006. Il Piano regionale, in attuazione degli obiettivi definiti dalla “Strategia nazionale di sviluppo sostenibile”, indica gli obiettivi, la strumentazione, le priorità, le azioni, specificando il contributo della Regione e delle amministrazioni locali alla realizzazione degli obiettivi nazionali (…)”;
  • Art. 19, comma 5, della Legge Regionale 30 luglio 2015, n. 13, “Mediante l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile, la Regione cura in particolare la progettazione e realizzazione interventi di prevenzione del dissesto idrogeologico e di sicurezza idraulica, esercita le funzioni afferenti al servizio di piena, al nullaosta idraulico e alla sorveglianza idraulica. L’Agenzia rilascia inoltre i pareri previsti dalla normativa di settore”;
  • peraltro, la competenza regionale alla pulizia e al mantenimento dell’alveo dei fiumi e dei torrenti dai detriti accumulati nel corso delle piene sotto strade e ponti (anche di proprietà statale) è stata ribadita anche dal Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche che con la recentissima sentenza del 13 giugno 2024 ha ribadito che “ i lavori relativi alla pulizia idraulica (…) rimangono a carico dell’autorità amministrativa competente sull’aspetto della manutenzione e della cura idraulica dell’alveo del fiume”. Inoltre, la sentenza pone un punto fermo anche ad un annoso rimbalzo di responsabilità tra Regione e Stato; ossia quello sulla competenza a rimuovere eventuale accumulo di legname sotto i ponti in gestione ad ANAS. Infatti: “l’accumulo di materiali legnosi sotto il ponte dipende presumibilmente da una mancata manutenzione a monte” motivo per cui la responsabilità non può che essere in capo alle Regioni;

ritenuto che:

  • la Regione non possa più nascondersi dalle proprie responsabilità in materia di manutenzione dei corsi d’acqua e di sicurezza idraulica (anche alla luce della recente pronuncia del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche), dovendo riconoscere una gestione ad oggi disastrosa del contrasto al dissesto idrogeologico e della difesa del suolo;
  • occorra definire con la massima urgenza un serio piano di manutenzione e messa in sicurezza dei fiumi e dei torrenti della Regione al fine di scongiurare continui episodi come quelli descritti che – nel migliore dei casi – mettono in difficoltà i cittadini e le attività produttive e – nei peggiori – rappresentano un serio pericolo per l’incolumità degli emiliano – romagnoli.

interroga la Giunta per sapere:

  • ad oggi, quali interventi concreti la Regione pensa di programmare per la messa in sicurezza dei fiumi e dei torrenti dell’Emilia-Romagna;
  • se intenda cambiare l’approccio fino ad ora tenuto nella gestione del dissesto idrogeologico e della difesa del suolo, riconoscendo le proprie evidenti responsabilità nelle situazioni emergenziali vissute negli ultimi tempi, abbandonando retaggi ideologici estremisti in materia ambientale ed abbracciando un modus operandi improntato al buon senso ed al pragmatismo.

Documento integrale:https://wwwservizi.regione.emilia-romagna.it/oggetti/doc/XI/OGPG2024017673.pdf

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