Interrogazione a risposta scritta relativa ai provvedimenti che la Giunta intende adottare per porre termine ai frequenti episodi di aggressione a danno degli operatori sanitari.

Categorie: Interrogazioni

Premesso che

  • con la Legge 14 agosto 2020, n. 113 recante “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie o socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni” sono state introdotte molteplici misure a tutela dei sanitari: da quelle sanzionatorie – come l’introduzione di un’ipotesi speciale del delitto di lesione personale – a quelle di prevenzione, educazione e repressione, come l’istituzione di un Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie (ONSEPS) ed ancora la previsione, all’interno dei piani per la sicurezza delle strutture presso le quali opera il personale sanitario o socio-sanitario, delle misure dirette a stipulare specifici protocolli operativi con le forze di polizia, per garantire il loro tempestivo intervento;
  • con la Legge 18 novembre 2021, n. 171 di conversione del decreto legge n. 137 del 1° ottobre 2024, recante “Misure urgenti per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, socio-sanitari, ausiliari e di assistenza e cura nell’esercizio delle loro funzioni nonché di danneggiamento dei beni destinati all’assistenza sanitaria” si introducono nuove fattispecie di reato oltre a modificarne ed inasprirne altre già esistenti, sempre in ottica di rafforzamento del sistema di contrasto alla violenza nelle e delle strutture sanitarie.

Considerato che

  • i dati sul fenomeno delle aggressioni risultano essere sempre più allarmanti ed in particolare nel “Rapporto Emilia-Romagna 2019-2023 sugli episodi di aggressione a danno di operatori dei servizi sanitari” emerge che:
  • gli episodi di violenza sono in crescita, soprattutto le aggressioni verbali (+44,7% dal 2022 al 2023) e contro la proprietà (+86% dal 2022 al 2023);
  • gli episodi di violenza sono stati complessivamente 2.401. Gli operatori sanitari aggrediti nel 2023 sono stati in totale 2.732, in maggior misura di sesso femminile (65%);
  • le tipologie degli aggressori sono utenti/pazienti (56%), familiari/care-giver (20,6%) e persone estranee (1,7%);
  • gli eventi hanno riguardato nel 90,3% dei casi le strutture pubbliche e a gestione mista e nel 9,7% dei casi le strutture private;
  • per quanto riguarda la tipologia di aggressioni (complessivamente 3.053), le più numerose sono quelle verbali (83,2%), di seguito quelle fisiche (32,7%) e contro la proprietà (11,3%); rispetto all’anno precedente, nel 2023, risultano in significativo aumento le aggressioni contro la proprietà (+86,9%) e quelle verbali (+44,7%) mentre, restano più stabili quelle fisiche (+2,6%);
  • Le qualifiche professionali più frequentemente coinvolte sono gli infermieri (59,7%), i medici (11,2%) e gli operatori sociosanitari (10,3%) e, a seguire, il 5,7% delle altre professioni sanitarie e lo 0,9% del personale non sanitario e di front-office.

Rilevato che

  • Nell’ospedale di Parma, nelle ultime settimane, si sono susseguiti furti, armadietti divelti (ultimo caso reparto di pediatria), atti vandalici ed episodi di violenza a danno del personale;
  • all’interno del Pronto Soccorso dell’ospedale di Piacenza, alcuni giorni fa, uno straniero senza fissa dimora ha aggredito un medico;
  • ritenendo insufficienti quelle attuali, alcune sigle sindacali hanno chiesto di adottare ulteriori misure a salvaguardia della sicurezza del personale sanitario (aumentare la vigilanza e la videosorveglianza soprattutto nei sotterranei e nei locali dei PS, i controlli e la illuminazione nei parcheggi, regolamentare l’accesso ad alcune aree attraverso utilizzo di badge, assistenza legale gratuita ai dipendenti vittime di aggressioni);
  • in generale, il quadro che emerge, oltre che dai dati ufficiali anche dalle cronache e dai racconti di coloro i quali lavorano per le aziende sanitarie, è di quelli che fanno rabbrividire. Dove i pronto soccorso sono un presidio non solo per le emergenze sanitarie ma anche per quelle abitative, con senzatetto, mendicanti e drogati che creano disagi non solo agli operatori ma anche agli utenti. I vigilanti sono pochi e non adeguatamente formati, cosicché anche i pulsanti antiaggressione, installati nei reparti più sensibili, non sono efficaci in quanto non riescono a garantire il più delle volte un pronto intervento. Il clima tra gli addetti ai lavori è di insicurezza ed esasperazione, sottoposti ad aggressioni e furti.

Ritenuto che

  • le misure fino ad ora adottate, come dimostrano i dati sopraesposti, non siano adeguate e sufficienti ad affrontare quella che è una vera e propria emergenza che mette a rischio gli operatoti esercenti le professioni sanitarie o sociosanitarie, gli utenti e le strutture stesse;
  • sarebbe opportuno aumentare il numero dei vigilanti ed al contempo dotarli di un’adeguata formazione;
  • sarebbe auspicabile potenziare il sistema di videosorveglianza all’interno delle strutture destinate all’assistenza sanitaria;
  • sarebbe doveroso fornire assistenza legale per il personale sanitario, al fine di fornire assistenza legale gratuita ai dipendenti dell’azienda vittime di aggressioni;
  • gioverebbe l’istituzione di presidi fissi 24 ore su 24 di polizia, almeno nei pronto soccorso, anche con finalità deterrenti e preventive.

INTERROGA

La Giunta Regionale per sapere

  • se sia edotta di quanto sopra illustrato e di quanto questa condizione stia creando profondi disagi in un settore fondamentale per il benessere dei nostri cittadini;
  • se non ritenga doveroso intervenire quanto prima, nella consapevolezza che quanto messo in atto fino a questo momento, non solo non abbia portato miglioramenti tangibili, ma abbia visto un continuo ed inarrestabile peggioramento della situazione; quindi, quali azioni o provvedimenti intenda adottare e con quali tempistiche.
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