«Albasi recita il solito copione del Pd: accuse al Governo, silenzio sulle responsabilità della Regione»
«Leggere il comunicato del collega Albasi del Partito Democratico sullo spopolamento della montagna è come assistere a un vecchio film già visto: cambia l’attore, ma il copione è sempre lo stesso. Si recita la parte del difensore degli ultimi, si punta il dito contro il Governo, si glissa sul fallimento della Regione Emilia-Romagna, che in vent’anni di governo della sinistra ha prodotto solo piani strategici, tavoli, cabine di regia, osservatori, linee guida e brochure patinate… ma intanto i nostri borghi si svuotano e gli abitanti delle vallate piacentine fanno le valigie. Altro che ‘accompagnamento allo spopolamento’, qui siamo alla gestione burocratica del declino». A parlare è Giancarlo Tagliaferri, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, che replica duramente alla nota diffusa dal consigliere Pd Lodovico Albasi.
«Il collega – prosegue Tagliaferri – si indigna per la definizione contenuta nel quarto obiettivo del Piano strategico nazionale delle aree interne. E fa bene. Ma forse dimentica che la pianificazione nazionale è ancora frutto di una lunga eredità di governi di centrosinistra, che su questi territori hanno fatto retorica e poco più. Invece, proprio con il Governo Meloni abbiamo finalmente visto segnali concreti per le aree montane e interne: misure fiscali incentivanti, semplificazioni burocratiche, investimenti per la digitalizzazione, sostegno alle imprese agricole e artigiane di montagna, risorse PNRR assegnate per l’istruzione e la sanità nei piccoli comuni, finanziamenti per la viabilità e il dissesto idrogeologico. Altro che promesse elettorali: si è cominciato davvero a invertire la rotta».
«Ma soprattutto – continua Tagliaferri – se proprio dobbiamo parlare di responsabilità, guardiamo in casa nostra: è la Regione Emilia-Romagna ad aver colpevolmente escluso interi territori, tra cui l’Alta Val Trebbia, la Val Luretta, la Val Tidone, la Val d’Arda e la Val Nure, da una reale progettualità e da investimenti strategici. Eppure in Aula consiliare Fratelli d’Italia ha presentato atti chiari e concreti, sia con la mia firma che con quella della capogruppo Marta Evangelisti, chiedendo:
- incentivi strutturali per l’insediamento giovanile in montagna,
- apertura di sportelli bancari e sanitari permanenti,
- detassazione per imprese agricole e artigianali,
- pieno riconoscimento delle specificità montane nelle strategie regionali,
- priorità alle zone disagiate per bandi FESR e FSE+ e fondi europei».
«E cosa ha fatto la Regione? Nulla, se non bocciare sistematicamente le nostre proposte con il solito riflesso ideologico, salvo poi riscoprirle sei mesi dopo e riformularle in salsa Pd. La montagna per loro è utile solo quando c’è da fare una foto in baita o da intestarsi qualche progetto pilota finanziato da Roma o da Bruxelles».
Tagliaferri conclude con una stoccata ironica: «Il collega Albasi sostiene che questi luoghi non siano “vuoti da gestire”. Peccato che la Regione li abbia trattati finora come “vuoti da ignorare”. Ora che al Governo c’è Fratelli d’Italia, con una visione chiara e pragmatica per la montagna, il Pd si riscopre paladino delle valli piacentine. Ben venga il risveglio tardivo, ma ci permettiamo di suggerire un approccio meno teatrale e più coerente: meno comunicati, più coerenza in Aula, e magari – ogni tanto – un po’ di umiltà nell’ammettere che a contrastare lo spopolamento sono i fatti, non le parole».