“Il sistema di emergenza-urgenza della provincia di Piacenza è in profonda sofferenza e la revisione annunciata dalla Regione non può trasformarsi in un pretesto per nuovi tagli. Ho presentato un’interrogazione a risposta scritta per chiedere dati certi e un’audizione urgente in IV Commissione. I cittadini meritano trasparenza e servizi adeguati”.
Lo dichiara Giancarlo Tagliaferri, consigliere regionale di Fratelli d’Italia eletto a Piacenza e provincia.
I numeri parlano chiaro:
- tempi medi di soccorso in montagna 24 minuti (contro i 20 previsti a livello ministeriale), con punte oltre i 30 nell’Alta Val Trebbia e in Alta Val Nure;
- appena 0,55 ambulanze ogni 10.000 abitanti, contro lo 0,79 di Parma e lo 0,82 di Bologna;
- solo 5,1 medici dell’emergenza ogni 100.000 abitanti, contro i 7,8 di Bologna;
- pronto soccorso di Piacenza sovraffollato: oltre il 25% degli accessi con attese superiori alle 6 ore.
Le preoccupazioni dei medici:
le criticità non emergono solo dai dati statistici, ma anche dalle valutazioni del sindacato medico SNAMI Piacenza, che ha segnalato:
- carenza strutturale di personale e turni insostenibili;
- difficoltà ad attrarre giovani professionisti in un settore ad alta pressione;
- un pronto soccorso sottodimensionato rispetto al bacino d’utenza provinciale;
- il rischio che la revisione regionale si traduca in ulteriori accorpamenti o riduzioni di postazioni.
“Queste considerazioni – sottolinea Tagliaferri – confermano che il problema è reale e urgente: la Giunta deve dire quali risorse PNRR ha destinato a Piacenza, se intende potenziare mezzi e personale e se convocherà un tavolo di confronto con Ausl, sindaci, volontariato e rappresentanze sindacali”.
Il ruolo del Governo nazionale:
“Il Governo Meloni – aggiunge Tagliaferri – ha stanziato fondi straordinari per rafforzare pronto soccorso, personale e volontariato. Ora la Regione deve fare la sua parte: Piacenza non può più essere trattata come una provincia di serie B”.
“Fratelli d’Italia – conclude – continuerà a vigilare perché la revisione non diventi un’operazione di depotenziamento, ma un’occasione di rilancio della sanità territoriale piacentina”.