«Scene da terzo mondo in una delle principali stazioni della nostra regione: tabelloni pieni di cancellazioni, pendolari abbandonati sul piazzale in attesa di autobus sostitutivi improvvisati, ritardi fino a un’ora. È quanto accaduto ieri a causa di un guasto elettrico tra Piacenza e Codogno, che ha mandato in tilt l’intera tratta, paralizzando collegamenti essenziali per Milano, Bologna e perfino per i treni a lunga percorrenza come il Bari Centrale delle 22.43».
A denunciarlo è il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Giancarlo Tagliaferri, che torna ad esprimere vicinanza ai pendolari: «Non è accettabile che cittadini che pagano abbonamenti sempre più costosi debbano subire, ancora una volta, una serata da incubo senza informazioni chiare, senza assistenza adeguata e con l’unica alternativa di riorganizzare in fretta la propria vita. Non stiamo parlando di un evento eccezionale, ma dell’ennesima conferma di un sistema ferroviario fragile, che crolla al primo guasto e che non garantisce il diritto fondamentale alla mobilità».
Tagliaferri ricorda come già in passato si fosse fatto promotore di atti ispettivi e comunicati sul tema dei pendolari piacentini, chiedendo interventi strutturali e protocolli di emergenza: «La Regione Emilia-Romagna non può continuare a presentarsi come “locomotiva del Paese” se i suoi pendolari sono trattati come passeggeri di serie B. È doveroso pretendere risposte immediate da Trenitalia e RFI: quali piani di manutenzione sono previsti? Quali protocolli di emergenza verranno adottati per evitare che il caos di ieri si ripeta? Quali indennizzi saranno riconosciuti a chi ha subito disagi e danni economici?».
Infine, l’esponente di Fratelli d’Italia annuncia: «Ho presentato un’interrogazione a risposta scritta alla Giunta regionale per fare chiarezza e chiedere impegni concreti. Non possiamo accettare che lavoratori, studenti e famiglie continuino a essere ostaggi di un servizio che dovrebbe essere un diritto e che invece si trasforma in un incubo quotidiano. I pendolari meritano rispetto, non promesse vuote».