Tagliaferri (FdI): “Povertà e casa, servono risposte vere: la Regione usi bene le risorse del Governo e non si limiti alla redistribuzione”

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“Il Piano regionale per il contrasto alla povertà 2025-2027 fotografa una realtà che purtroppo conosciamo bene: in Emilia-Romagna cresce il disagio abitativo, aumentano le famiglie in difficoltà e la spesa per la casa assorbe un terzo dei redditi. Serve però un cambio di passo: la Regione deve trasformare i fondi nazionali ed europei in risultati concreti, non in mera burocrazia”.

Così il consigliere regionale Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia) dopo la discussione in Aula sull’oggetto 1293, dedicato al nuovo piano triennale contro la povertà.

“Apprezziamo il lavoro tecnico dell’assessore Elena Mazzoni, titolare dell’Assessorato all’Agenda digitale, alla Legalità e al Contrasto alle povertà – spiega Tagliaferri – ma resta evidente che la quasi totalità delle risorse arriva dal Governo nazionale e dall’Unione Europea.

Parliamo di oltre 120 milioni di euro, tra Fondo nazionale povertà, PNRR e FSE+, con cui la Regione deve saper incidere davvero sulla vita delle persone”.

Per Tagliaferri la priorità è la casa: “Il 34,7% della spesa familiare è destinato ad affitti e mutui. È qui che si crea la nuova povertà, quella che colpisce chi lavora ma non arriva a fine mese. La Regione deve avviare un vero ‘asse casa regionale’ per recuperare gli alloggi pubblici sfitti e sostenere i canoni calmierati, altrimenti le parole resteranno solo buone intenzioni”.

Nel suo intervento, Tagliaferri ha ricordato anche l’impegno del Governo nazionale e della viceministra Maria Teresa Bellucci, che ha stanziato 545 milioni di euro per potenziare i servizi sociali e avviare nuove assunzioni di operatori.

“Questo è il modello che funziona: accompagnare, formare, restituire dignità e autonomia – aggiunge il consigliere – non alimentare dipendenze assistenziali”.

“Fratelli d’Italia – conclude Tagliaferri – continuerà a chiedere una Regione più trasparente, capace di pubblicare dati aggiornati sull’uso delle risorse e di sostenere in modo concreto i territori periferici, come Piacenza e l’Appennino. La povertà non si combatte solo con i bandi, ma con il lavoro, la casa e la fiducia”.