Fusione delle Aziende sanitarie di Parma: l’Assessore Fabi non risponde nel merito. Serve trasparenza, confronto con i lavoratori e chiarezza sugli effetti occupazionale
«La risposta dell’Assessore regionale alle Politiche per la Salute, Massimo Fabi, alla nostra interrogazione sulla prospettata fusione tra l’Azienda USL e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, si traduce in un elenco di date e delibere ma non fornisce alcun chiarimento sostanziale sulle motivazioni, gli effetti e le garanzie di tale processo di integrazione».
Così dichiarano i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Giancarlo Tagliaferri e Priamo Bocchi.
«L’Assessore si limita a ricostruire la cronologia amministrativa degli atti avviati dal 2020, senza però rispondere alle domande centrali: quali vantaggi concreti per i cittadini e per il personale sanitario? quali ricadute occupazionali? quali tavoli di confronto con i sindacati e le professioni sanitarie? – sottolineano Tagliaferri e Bocchi –. Tutte questioni che restano senza risposta, nonostante il tema coinvolga centinaia di operatori e l’intero sistema sanitario provinciale.»
I due consiglieri ricordano che il DM 77/2022 (attuativo del PNRR – Missione 6) richiede modelli di organizzazione sanitaria basati su trasparenza, partecipazione e valorizzazione del personale, principi che – denunciano – «non trovano applicazione nella gestione regionale dell’Emilia-Romagna».
«Parlare di “massima integrazione possibile” non significa spiegare nulla: il rischio è che dietro questa formula si nasconda un percorso di accorpamento calato dall’alto, senza una reale valutazione di impatto e senza confronto con chi lavora quotidianamente nelle strutture sanitarie – aggiungono i consiglieri di Fratelli d’Italia –.
Non basta invocare modifiche legislative nazionali per giustificare l’immobilismo regionale. Serve invece chiarezza: il personale e i cittadini hanno diritto di sapere se e come cambierà la governance sanitaria.»
Tagliaferri e Bocchi chiedono quindi che la Regione:
- renda pubblici gli studi di fattibilità e gli scenari economici e organizzativi della proposta di fusione;
- convochi tavoli di confronto permanenti con le rappresentanze sindacali e le professioni sanitarie;
- garantisca la piena stabilità contrattuale del personale e la tutela dei servizi territoriali.
«Il Governo nazionale ha già tracciato un percorso chiaro con il DM 77 e con gli investimenti del PNRR – concludono Tagliaferri e Bocchi –. Ora spetta alla Regione Emilia-Romagna dimostrare di essere all’altezza in termini di trasparenza e coinvolgimento, anziché limitarsi a risposte burocratiche e rinvii normativi. Fratelli d’Italia continuerà a vigilare perché la sanità emiliano-romagnola resti un sistema a servizio dei cittadini e non delle logiche amministrative.»
