“Serve una cabina di regia stabile, trasparenza sui dati e indennizzi rapidi. Le nostre valli non possono pagare il prezzo più alto”
«La seduta congiunta delle Commissioni IV e II ha confermato ciò che da mesi sosteniamo: la Peste Suina Africana e la Bluetongue non sono solo emergenze sanitarie. Sono questioni che toccano la tenuta sociale ed economica delle nostre valli, degli allevamenti, delle imprese agricole e dell’intera filiera del suino e del bovino che rappresentano la base della nostra identità produttiva e culturale.»
Lo dichiara il consigliere regionale Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia), eletto a Piacenza e provincia, al termine dei lavori delle Commissioni regionali riunite.
«I tecnici e i veterinari stanno lavorando con serietà, e questo va riconosciuto. Ma il punto politico è un altro: le aziende, gli allevatori e i territori non possono rimanere soli mentre la macchina amministrativa procede con lentezza e frammentazione.»
Tagliaferri sottolinea come Piacenza, territorio montano e di confine, sia ancora una volta quello più esposto alle ricadute delle crisi:
«La Peste Suina Africana ha rallentato investimenti, export e trasformazione. La Bluetongue sta mettendo in difficoltà soprattutto gli allevamenti ovini nelle aree appenniniche. Non possiamo permettere che queste due emergenze diventino la spinta definitiva allo spopolamento delle nostre valli. Piacenza, la Val Trebbia, la Val Nure, l’Appennino non sono aree marginali: sono la dorsale identitaria ed economica dell’Emilia occidentale.»
Il consigliere di Fratelli d’Italia ha avanzato tre richieste precise alla Giunta regionale:
1. Cabina di regia stabile tra Regione, Province, ATC, AUSL, DOP e rappresentanze agricole.
2. Indennizzi rapidi e verificabili, con criteri uniformi e certezza dei tempi.
3. Monitoraggio mensile pubblico per provincia sullo stato epidemiologico, perché «la trasparenza non è un optional, è garanzia per le aziende e per i territori».
4.
«La Regione non può limitarsi a reagire. Deve guidare» – prosegue Tagliaferri – «Perché se le comunità si muovono, se gli allevatori resistono, se le imprese ancora investono, allora le istituzioni devono essere all’altezza di quella responsabilità.»
«Piacenza non chiede privilegi. Chiede coerenza, serietà e velocità nelle decisioni», conclude il consigliere Tagliaferri.
«E noi continueremo a vigilare affinché la montagna, le valli e gli allevatori non vengano lasciati indietro.»
