Peste suina, Tagliaferri (FdI): «Bene la richiesta di uscire dalla Zona 3, ma servono interventi immediati: rimozione carcasse, depopolamento e gestione del lupo. Ora audizioni urgenti in II Commissione»

Categorie: Comunicati ai media, La mia attività in regione

«La decisione dell’Ausl di Piacenza di richiedere la revoca della Zona 3 è un passo significativo, che apre finalmente una prospettiva concreta per imprese, allevatori e lavoratori di un’intera filiera messa in ginocchio. Il territorio ha dimostrato responsabilità, rigore e capacità di reazione: negli ultimi mesi abbiamo registrato pochissimi cinghiali individuati e quasi tutti negativi, nessun focolaio da maggio, biosicurezza rafforzata e chiusura immediata degli allevamenti non conformi. Sono risultati importanti, che meritano di essere riconosciuti».

Ma non è il momento di abbassare la guardia.

Come sottolinea il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Giancarlo Tagliaferri, «restano nodi irrisolti e ritardi che non possiamo ignorare». Diverse voci autorevoli del territorio — allevatori, tecnici, operatori venatori, esperti del settore — stanno denunciando da settimane elementi critici:

· ritardi nella piena attuazione delle convenzioni per il monitoraggio e il recupero delle carcasse, nonostante indicazioni precise e già condivise a livello nazionale;

· criticità nella rimozione tempestiva delle carcasse, attività decisiva per interrompere la catena del contagio;

· un depopolamento dei cinghiali mai realmente attuato con decisione, frenato da approcci ideologici che hanno limitato l’efficacia delle misure sul campo;

· una gestione del lupo che, pur riducendo la presenza dei cinghiali, ne aumenta la movimentazione, con conseguente rischio di diffusione del virus;

· la crescente difficoltà di molti cacciatori a operare, scoraggiati dalle predazioni ai danni dei propri cani, proprio mentre avremmo bisogno della loro piena attività.

«Questi elementi — spiega Tagliaferri — non possono essere archiviati o minimizzati. È grazie a chi lavora quotidianamente tra allevamenti, aziende agricole, boschi e attività venatoria se oggi abbiamo dati più confortanti. E sono proprio questi operatori a segnalare ciò che non ha ancora funzionato».

Gravissimo l’impatto economico sulle aziende colpite.
«Ci sono realtà che da quasi un anno non producono reddito. C’è chi ha dovuto abbattere migliaia di capi, chi resterà senza entrate per due anni, chi ha dipendenti ancora in cassa integrazione o sostenuti direttamente dall’azienda. È un quadro devastante che richiede non solo attenzione, ma interventi rapidi e misurabili».

Per questo Tagliaferri avanza una richiesta formale e immediata:
«Si convochi con urgenza un ciclo di audizioni in II Commissione. È necessario ascoltare tecnici, esperti, veterinari, rappresentanti delle categorie agricole e venatorie, operatori sul territorio. Solo così sarà possibile valutare cosa ha funzionato e cosa va corretto, per evitare che tra qualche mese ci si ritrovi punto e a capo».

«La priorità assoluta — conclude Tagliaferri — è proteggere la filiera suinicola, gli allevamenti e i posti di lavoro. Oggi abbiamo un’occasione concreta per uscire dalla Zona 3, ma per non tornarci serve una strategia regionale finalmente incisiva, libera da ideologie e capace di ascoltare davvero chi ogni giorno combatte questa emergenza sul campo».

Tag: peste suina