“Ringrazio l’Assessore per la risposta alla mia interrogazione sul West Nile, ma restano aperti diversi punti fondamentali relativi alla gestione della sorveglianza sanitaria e alla trasparenza dei dati per la provincia di Piacenza”.
Lo afferma il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Giancarlo Tagliaferri, dopo l’esame della risposta all’interrogazione n. 1242.
Dalla documentazione fornita emergono infatti solamente alcuni elementi puntuali relativi ai casi registrati in provincia – un donatore asintomatico, quattro forme febbrili e quattro forme neuro-invasive – senza tuttavia quel quadro completo, temporale e territoriale richiesto nell’interrogazione.
“Rimane totalmente assente – continua Tagliaferri – il confronto con le altre province emiliane, che era parte centrale del mio atto. Senza un’analisi comparata tra Piacenza, Modena, Bologna, Parma e Reggio Emilia non è possibile valutare l’efficacia delle misure adottate e l’equità nella distribuzione delle risorse”.
Un’altra questione non chiarita riguarda le risorse destinate a Piacenza per il 2025: la risposta non fornisce alcun dato su fondi, personale, potenziamenti di laboratori o interventi di prevenzione. Anche su questo punto l’interrogazione originale era molto chiara.
“Inoltre – aggiunge Tagliaferri – non vengono riportati i tempi medi di refertazione delle trappole entomologiche né le tempistiche di attivazione delle misure preventive dopo la prima evidenza virale. Si tratta di elementi indispensabili per valutare la prontezza del sistema sanitario”.
Alla luce di queste mancanze, Tagliaferri ha presentato una nuova interrogazione a risposta scritta, chiedendo:
- un quadro completo e aggiornato dei dati per il 2025,
- il confronto puntuale con le altre province,
- la trasparenza sulle risorse assegnate,
- informazioni chiare sui tempi di attivazione delle misure,
- un impegno della Regione a pubblicare report periodici provinciali.
“La salute pubblica richiede informazioni chiare, aggiornate e confrontabili – conclude Tagliaferri –. Non si tratta di creare allarmismi, ma di offrire ai cittadini e alle amministrazioni locali gli strumenti indispensabili per comprendere l’evoluzione del rischio e per agire in modo coordinato”.
