Sanità piacentina al collasso, Tagliaferri (FdI): “I cittadini costretti a pagare di tasca propria. Questa non è sanità pubblica”

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«In Emilia-Romagna ormai parlare di sanità pubblica sta diventando un eufemismo. Ogni settimana ci giungono testimonianze sempre più gravi: dopo le fratture, la riabilitazione negata perché il budget Ausl è già esaurito ad agosto; dopo visite specialistiche prescritte come urgenti, tempi d’attesa che guardano direttamente al 2026. E intanto, chi ha bisogno di cure è costretto a sborsare centinaia di euro nel privato.

Chiedo: questa può ancora definirsi una sanità per tutti? O siamo ormai davanti a un sistema che abbandona i più fragili e spinge chi può a rivolgersi a pagamento a cliniche e professionisti privati?

È inaccettabile che a Piacenza una donna con fratture composte, bisognosa di fisioterapia, si sia sentita rispondere che “il budget è finito”. È umiliante che altri cittadini, come ha denunciato pubblicamente un paziente piacentino, si sentano “presi in carico” solo per scoprire che significa essere messi in lista d’attesa per mesi o addirittura per anni. Una “presa in carico” che si trasforma in una presa in giro.

Ho già depositato un’interrogazione per sapere come la Giunta intenda affrontare questa vergogna:

  • quali sono i dati reali, provincia per provincia, sui tempi medi di attesa per i percorsi riabilitativi urgenti negli ultimi tre anni?
  • e soprattutto, quali azioni concrete intende mettere in campo per evitare che cittadini con problemi di salute vengano lasciati soli, costretti a prosciugare i risparmi per curarsi?

Chi governa la Regione smetta di raccontare una sanità che non esiste più e si assuma la responsabilità di fronte ai cittadini: la realtà, purtroppo, è che a Piacenza e in Emilia-Romagna la sanità pubblica è al collasso, e a pagare il prezzo più alto sono le famiglie».